Andrea, ci dici qualcosa di te e della tua storia

Sono Andrea, ho 62 anni, sono un papà e un marito e nella vita ho fatto moltissime cose, dal militare, al vigile del fuoco, al venditore d’auto, all’imprenditore con una mia edicola e ancora magazziniere e in ufficio per una ditta di materiale elettrico. Ho sempre lavorato tantissimo, di notte e di giorno, con turni incredibili, mi sono sempre dato da fare.

E come si collega tutto questo a Triveneta? Come sei giunto qui?

Eh questo è il bello della vita, una serie di avvenimenti mi hanno portato fino a qui. Mentre stavo lavorando all’edicola, una sera ad una pizzata scambio una chiacchiera con uno dei fondatori di Triveneta, compagno di pallavolo di qualche anno prima, di quando eravamo giovani, e quando lui mi chiese come stesse andando al lavoro io gli chiesi se avesse voluto saperlo davvero o se fosse una domanda di circostanza, mi rispose che voleva la verità e così gli confidai che le cose non andavano poi così bene; fu in quel momento che lui mi offrii di lavorare per Triveneta. Possiamo dire che quel momento mi ha salvato la vita!

Che cosa ha significato in quel momento per te iniziare a lavorare, in Triveneta?

Le cose all’inizio non sono state facili perché pur avendo fatto moltissime cose non mi ero mai occupato dei cantieri e della gestione delle persone, sono stati momenti davvero sfidanti. Quando io sono partito con questo lavoro, il nome non era ancora Triveneta, ma devo dire che anche se le difficoltà non mancavano ho avuto dei colleghi, dei maestri che mi hanno accompagnato e mi hanno dato una mano. Se ti devo dire la verità, più che una mano me ne hanno date due, e forse anche i piedi. 😂

È stato quindi un ambiente che ti ha supportato?

Eh sì, certamente. In primis Alfredo De Blasio, il nostro presidente, lui c’è sempre stato, e io sapevo che nel momento del bisogno avrei sempre potuto contare su di lui! Ti assicuro che non è una cosa da poco. Sono ripartito, sì, dal mondo della disinfestazione. Era tutto nuovo ma il gruppo ha sempre determinato il successo, eravamo io e la mia collega e andavamo d'accordissimo. Ancora oggi, dopo tanti anni, usciamo a cena! Abbiamo dei bellissimi ricordi!

Per svolgere la professione di disinfestazione hai avuto un percorso di formazione?

Appena entrato, come dicevo, avevo altre competenze e all’inizio devo essere onesto io non avevo la più pallida idea di cosa significasse questo lavoro e infatti ho fatto molti corsi di formazione. In questo mestiere ciò che conta di più però e ciò che ti insegna di più è la pratica! La formazione ti fornisce le basi e poi, come un po' in tanti ambiti, è l’attività pratica quotidiana che crea la tua competenza.

Che impatto ha avuto il lavoro nelle persone intorno a te?

Diciamo che io non me ne sono mai reso conto fino a questi ultimi anni, ma per chi era intorno a me e mi ha visto nei periodi nei quali i lavori terminavano, i progetti in cui avevo creduto smettevano di essere stabili, sentivo la responsabilità della famiglia e il peso di dover provvedere a sistemare le cose. Sicuramente sono stati momenti difficili in cui la pressione era tanta. Quando ho iniziato in Triveneta invece ho avuto bisogno del supporto della mia famiglia, di mia moglie in particolar modo, inizialmente il lavoro mi portava spesso via da casa e lei ha fatto moltissimo per me e per le nostre figlie e di questo la ringrazio profondamente.

Hai dei consigli o dei suggerimenti per qualcuno che vuole intraprendere il percorso in Triveneta?

All’inizio il lavoro ha a che fare con le disinfestazioni può spaventare, perché si ha a che fare con ratti, scarafaggi e altri infestanti non così attraenti ma si impara in fretta quindi direi di non farsi scoraggiare dallo scoglio iniziale. E il consiglio che mi sento di dare a chi si affaccia a questo mestiere per la prima volta parte da un concetto che mi piace tenere a mente: abbiamo due orecchie ma una sola bocca, ci dobbiamo ricordare che è importante ascoltare! Ciò che mi sento di dire è quindi essere predisposti all’ascolto e avere tanta voglia di imparare.

Se pensi alla cooperativa cosa ti viene in mente?

Questa è una domanda molto difficile, ma credo che ciò che conta più di ogni altra cosa qui siano le persone. Di aziende e posti di lavoro ce ne sono tanti ma qui sono le persone a fare la differenza, le persone fanno la cooperativa e sono le persone a rendere la cooperativa ciò che è.